Identificato un buco nero gigante che ha una massa pari ad almeno 12 miliardi di volte quello del nostro sole. Non è il più grande in assoluto ma, in termini astronomici, è incredibilmente antico: si è formato “solo” 875 milioni di anni dopo il big bang, quando l’Universo aveva un’età pari al 6% di quella attuale.
Il buco nero appena scoperto rappresenta una vera sorpresa, dicono gli esperti in un’analisi pubblicata sulla rivista Nature.
Sembra impossibile, eppure esiste: è un gigantesco buco nero con una massa 12 miliardi di volte quella del Sole e nato all’alba dell’Universo, appena 875 milioni di anni dopo il Big Bang.
A scoprirlo è stato Xue-Bing Wu, dell’Università di Pechino, a capo del gruppo di ricerca internazionale che ha descritto questo enigmatico mostro cosmico, la cui esistenza spinge a rivedere le attuali conoscenze sulla crescita dei buchi neri.
L’oggetto straordinario si trova al centro di una quasar che emette un milione di miliardi di volte l’energia del nostro sole. Si tratta di un oggetto antichissimo, distante circa 12,8 miliardi di anni luce. «Come si arriva a un buco nero così grande in così poco tempo?», si chiede Xue-Bing Wu.
«Il mistero è come sia potuto diventare così grande in così poco tempo», ha spiegato Adriano Fontana, dell’Osservatorio Astronomico di Roma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e a capo del Large Binocular Telescope (Lbt), uno dei telescopi che ha reso possibile la scoperta del “mostro comico”, chiamato SDSS J0100 + 2802.
«I buchi neri crescono “mangiando” i materiali che li circondano, polveri o stelle, e per essere così grande SDSS J0100 + 2802 deve aver mangiato tanto e molto in fretta. Non solo è uno dei più grandi buchi neri che conosciamo, ma è anche molto giovane», ha spiegato Fontana.
Un rapidità di “ingrassare” che mette in discussione molte teorie che spiegano la crescita di questi oggetti. Esistono infatti in queste teorie dei limiti ben precisi, superati i quali il buco nero “collassa”: «una sorta di limite di “indigestione”», ha proseguito il ricercatore italiano.
«Questo è il più grande mostro che abbiamo individuato in termini di luminosità», ha commentato al National Geographic Avi Loeb, il direttore del dipartimento di astronomia di Harvard (non coinvolto nello studio), secondo cui quel quasar è 40 mila volte più luminoso dell’intera Via Lattea.
L’incredibile luminosità del quasar ha permesso agli studiosi di capire quanto potenti sono i gas che si stanno riscaldando in esso, cosa che a sua volta suggerisce quanto enorme è il sottostante buco nero.
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