La civetta è stata riscontrata in alcune ipnosi regressive, come una chiave per mascherare traumi subiti
da persone ritenute addotte da parte di esseri non terrestri.
Molti riescono solo attraverso l’ipnosi, a scavalcare il blocco mentale che gli è stato imposto, hanno ricordi discostanti dalla realtà, dove le entità aliene vengono letteralmente mascherate da animali notturni, come le civette o i gufi, anche perché le caratteristiche facciali si assomigliano: occhi grandi, testa grande, l’assenza di una bocca vera e propria.
Questo fa si che il cervello sia più ricettivo e più incline a credere al ricordo di copertura in modo da non far riaffiorare ciò che è veramente successo.
A volte le luci che possono essere viste dal soggetto possono essere mascherate con il ricordo di un incendio, una vampata di fuoco, o nel caso di luci rotanti o multicolori, ecco che può comparire l’immagine di un più rassicurante lampeggiante della polizia o di un’ambulanza.
Nel caso storico e forse l’unico decretato come autentico di caso di adduzione con blocco psicologico fu il caso di Barney e Betty Hill.
Gli Hill vivevano a Portsmouth, nel New Hampshire.
Barney Hill era impiegato nel servizio postale americano mentre la moglie Betty era un’assistente sociale.
Attivi in una congregazione di tipo unitario, gli Hill erano anche membri della NAACP (National Association for the Advancement of Colored People, Associazione nazionale per l’avanzamento delle persone di colore) e dei leader locali.
Barney riuscì a ottenere un posto nella Commissione per i diritti civili degli Stati Uniti.
I due formavano una coppia molto discussa all’epoca: Barney era un afroamericano mentre Betty era bianca.
Secondo il loro racconto derivato da sedute di ipnosi regressiva (di cui sono disponibili pubblicamente le registrazioni su nastro), Barney e Betty Hill il 19 dicembre 1961, verso le 22, stavano attraversando le White Mountains e tornavano nel loro domicilio di Portsmouth, quando l’attenzione di entrambi si concentrò su un oggetto luminoso nel cielo che a loro ricordava un satellite.
Una volta ritornati a casa, si accorsero che erano trascorse troppe ore per aver percorso un tragitto così breve (fenomeno noto in ambito ufologico come “lacuna temporale” o in inglese “missing time”), ed in seguito accusarono emicrania, ustioni e altri lievi disturbi fisici; poco tempo dopo Betty Hill fu vittima di incubi paurosi.
Dopo essere stati sottoposti ad ipnosi regressiva, affiorarono i ricordi riguardanti il lasso di tempo “mancante”: la luce avrebbe continuato a seguirli, al che Barney sarebbe sceso dall’auto, temendo che fosse un aereo in difficoltà e che potessero essere necessari soccorsi.
Dopo che la luce fu più vicina, l’uomo riuscì a distinguere un veicolo al centro di essa, con oblò e di chiara fattura tecnologica e manovrato da esseri intelligenti, non poteva essere quindi ad esempio un fulmine globulare.
Rientrato in macchina e comunicato alla moglie di aver avuto l’impressione che il veicolo “cercasse di catturarlo”, ripartirono con l’auto, senza tuttavia riuscire a distanziare l’astronave (nonostante l’auto fosse stata portata alla velocità massima).
Dopo alcune decine di minuti di inseguimento, l’auto si bloccò (anche se non è chiaro e non è stato detto nulla a proposito dagli Hill se ciò sia accaduto per effettivi guasti dovuti alle sollecitazioni subite dall’automobile durante l’inseguimento, o se fu effettivamente “bloccata” dall’oggetto che li inseguiva); al che dal veicolo discesero alcuni esseri che li invitarono a seguirli sull’astronave.
Dopo essere saliti a bordo, i due furono sottoposti a test fisici; in una successiva seduta di ipnosi regressiva, la signora Hill avrebbe disegnato una mappa stellare dove affermava che dimorassero gli esseri che li avevano rapiti, menzionando per la prima volta il sistema di zeta reticuli, divenuto da allora molto discusso e menzionato in ambito ufologico.
Dopo questi esami, i coniugi furono riportati vicino alla loro automobile, ed in seguito l’astronave si allontanò.
Nel racconto affiorano moltissimi punti che fanno ancora credere che questo racconto sia reale e non indotto dall’ipnotista, come si tende oggi a minimizzare e a spiegare questo tipo di regressione:
nessuno dei coniugi Hill aveva degli interessi nel campo dell’ufologia, che comunque in quel periodo non era di certo così di moda come in tempi più recenti, quindi per poter “truccare” il racconto, avrebbero dovuto procurarsi libri non facili e rari da trovare per potersi documentare.
La coppia visto la differenza del colore della pelle, non avrebbe mai potuto fare ricerche così “strane” per l’epoca senza destare sospetti o ulteriori pettegolezzi.
Non hanno guadagnato alcunché dalla loro vicenda e anzi hanno rischiato di perdere il posto e credibilità nella società per questi resoconti.
Non c’erano altri racconti completi o parziali di altre persone che dicevano di essere stati rapiti o esaminati, né esistevano allora film o documentari da cui avrebbero potuto prendere spunto per una farsa.
Né Barney né Betty Hill avevano la benché minima conoscenza tecnica o astronomica tale da poter disegnare, o riconoscere una costellazione come quella di Zeta Reticoli, a cui persino gli scienziati non davano peso né divulgazione.
Pare quindi evidente che se c’è stato un caso, ce ne possano essere molti altri veritieri, mischiati come al solito in mezzo a tanti falsi.
Budd Hopkins, pioniere delle abduction aliene nato il 15 giugno 1931 nella Virginia Occidentale, pittore, scultore e diventato una figura determinante nel campo degli studi sui rapimenti alieni.
All’inizio degli anni ’70 insieme ad altre persone visse personalmente l’esperienza di vedere un U.F.O. ciò lo affascinò e lo assorbì totalmente, tanto che da quel momento diverrà per lui l’argomento di principale importanza.
Dopo aver pubblicato la sua esperienza, nel 1976 cominciò a ricevere lettere di persone che affermavano di aver avuto esperienze di cui ricordavano pochissimo, e in cui c’era stato quel che verrà poi denominato “missing Time” ovvero tempo mancante, dicevano cioè di aver dei buchi temporali in cui non ricordavano di aver fatto assolutamente nulla, ma comunque erano passati minuti o addirittura ore.
Alla fine degli anni ’80 fondò l’ Intruders Foundation , una associazione senza scopo di lucro volta a scoprire cosa sia veramente accaduto a queste persone così diverse tra loro, ma con questi ”buchi” in comune, avvalendosi dell’aiuto di alcuni laureati che con l’ipnosi regressiva riescono a far affiorare i ricordi di questi soggetti.
Hopkins scrisse parecchi libri sui rapimenti alieni, tra cui Missing Time.
Nel 1992 esce il film Intruders ,basato sulle ricerche di Hopkins, rappresenta uno dei primi film dove il fenomeno venga definito così chiaramente.
Nel 1996 Hopkins scrive il suo ultimo libro: Witnessed, in cui descrive un classico caso di rapimento alieno avvenuto nel 1989 a New York vicino il Ponte di Brooklin.
Continuamente discusso in vita sui suoi studi, non avendo una specializzazione nella materia dell’ipnosi che dopo qualche anno comincerà ad operare da solo sui soggetti, gli viene spesso controbattuto alla sua buona fede, la possibilità che si possa in qualche modo “dettare “ dettagli ai soggetti che poi si troverebbero nella condizione di mescolare o alterare i ricordi a piacimento dell’ipnotista, avendo come scopo quello di riportare a galla ricordi talmente profondi da dover scendere di moltissimo nella coscienza delle persone.
I primi passi di questo pioniere sono più di quanto ci di sia estremo nello studio del fenomeno U.F.O. che non si limita soltanto a ricercare nei cieli una piccola luce che si muove, ma si basa su casi scientifici che migliaia di volte sono stati seguiti da esperti in materia dell’ipnosi a cui non solo non si mai ritratto Hopkins ma anzi ha sempre chiesto che sempre più persone del mondo scientifico si interessassero ai suoi studi e fossero presenti durante le sedute.
L’altra persona a cui voglio dedicare questo numero è l’ufologo Corrado Malanga, che in questi giorni è stato vittima di un disturbo alla vista molto grave, tanto da renderlo quasi cieco.
Da svariati anni sempre più discusso anche lui, per le sue conferenze ed affermazioni sul fenomeno dell’ufologia, sempre più estreme e sicuramente scomode, ha cominciato a fare studi con l’ipnosi regressiva come Hopkins, ma cercando di svelare una verità sicuramente scomoda e pericolosa, che ha raccontato in vari libri tra cui il più incisivo “Alieni o demoni” in cui i casi di possessione demoniaca sarebbero casi di possessione aliena, come si può vedere nel film ispirato ai suoi studi
“ 6 giorni sulla terra”, o come si è potuto appurare in questo campo, falsi ricordi di rapimenti alieni sarebbero stati immessi dalle forze governative, per mescolare il falso al vero e non capire più dove comincia una e finisce l’altra.
Sicuramente affermazioni tali, sono un vero pericolo, per chiunque voglia non solo far tacere le chiacchiere sugli U.F.O. ma anche per chi per secoli ha determinato la propria affermazione sulla popolazione terrestre di ogni religione.
Whitley Strieber lo scrittore del libro “COMMUNION” è uno dei primi addotti degli anni ’70 a fare ricorso all’ipnosi regressiva che gli permetterà di riprendere una vita normale dopo diversi rapimenti da parte degli alieni.
Fu anche il co-regista del film omonimo, ispirato al proprio libro e diretto da Philippe Mora, che si dice abbiano avuto con l’intera troupe un incontro ravvicinato del terzo tipo, proprio con alcuni degli esseri che anni prima avevano rapito Whitley.
Quando diversi anni fa incontrai Malanga a Santa Maria gli chiesi se potevano essere così tante le persone che potenzialmente erano state rapite in questi anni e lui mi rispose così:
“Ci sono persone che vanno bene ed altre no.
Alcune possiedono un’anima, qualcosa di speciale che fa si che vengano rapite anche più volte nella vita, e che la loro famiglia ed i loro eredi nelle varie epoche vengano a loro volta prelevati, studiati e spesso usati come cavia per procreare degli esseri ibrido alieno.
Praticamente possiamo essere stati tutti rapiti almeno una volta e non rendercene conto!”
Cicatrici che non ricordate come ve le siate procurate, malesseri improvvisi, incubi ricorrenti, ricordi d’incendi che non sono mai avvenuti, luci nella notte ed effetti di sonnambulismo possono essere sintomi che preannunciano la possibilità di essere stati rapiti.
di Maurizio Ganzaroli – HTM
