Lun. Mag 19th, 2025
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In un mondo in cui la realtà è un’illusione e la verità è un peso da portare, il personaggio di Cypher in The Matrix rappresenta una figura scomoda, ma profondamente umana. È il Giuda dell’equipaggio, l’uomo che sceglie di tornare nel sistema pur di non affrontare il dolore della verità. Ma cosa ci dice davvero questo personaggio? E perché, in fondo, è uno degli archetipi più attuali del nostro tempo?

Chi è Cypher?

Cypher, interpretato da Joe Pantoliano, è uno dei membri della Nabucodonosor, la nave capitanata da Morpheus. All’apparenza fedele alla causa, in realtà trama alle spalle dell’equipaggio per tornare alla Matrix, vendendo i suoi compagni agli agenti in cambio di una vita di nuovo immersa nell’illusione.

Nel suo famoso monologo con l’agente Smith, mentre gusta una bistecca virtuale, pronuncia parole emblematiche:

“So che questa bistecca non esiste. So che quando la metto in bocca, la Matrix dice al mio cervello che è succosa e deliziosa. Dopo nove anni, sai cosa ho capito? L’ignoranza è una benedizione.”

Il desiderio di ignoranza

Cypher è il simbolo di chi rifiuta la verità. È colui che, pur avendo visto il “vero mondo”, preferisce il confort dell’illusione. In un certo senso, rappresenta una parte che esiste in ognuno di noi: quella che, di fronte a una realtà dura, vorrebbe chiudere gli occhi e tornare indietro.

Quanti, al giorno d’oggi, scelgono di ignorare ciò che non vogliono sapere? Quanti preferiscono credere a ciò che li rassicura, invece di affrontare l’incertezza della verità?

Cypher è la voce dentro di noi che ci sussurra: “Meglio la prigione dorata che la libertà amara.”

Il traditore necessario

Nel contesto del film, Cypher è l’antieroe necessario. La sua esistenza mette in discussione l’ideale di libertà assoluta. Non è solo un traditore: è il contrappunto alla missione di Morpheus, è il prezzo da pagare per ogni rivoluzione. Senza di lui, non capiremo mai quanto può essere forte la tentazione di tornare indietro.

La sua scelta, seppur moralmente discutibile, è drammaticamente comprensibile. La verità può essere un fardello, e non tutti sono pronti a portarlo. Cypher ci chiede: “E se la libertà non fosse per tutti?”

Cypher siamo noi

La vera potenza del personaggio di Cypher è che non è un villain classico. È uno specchio. In lui c’è il nostro cinismo, la nostra stanchezza, la nostra voglia di fuggire.

Ogni volta che scegliamo la via più facile, ogni volta che chiudiamo gli occhi davanti a una verità scomoda, stiamo un po’ dalla parte di Cypher.

Scegliere la pillola ogni giorno

Cypher ha scelto la pillola rossa… e poi ha rimpianto di averlo fatto. La sua è una storia di rimpianto e disillusione, ma anche un monito. Ci ricorda che la verità non è solo un concetto filosofico: è una pratica quotidiana. Non basta sceglierla una volta. Va scelta ogni giorno.

Cypher è l’avvertimento che Matrix ci lascia: la libertà ha un prezzo. E non tutti sono disposti a pagarlo.

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Di Deslok

Indagatore dell'insolito e dei fenomeni inspiegabili.

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