Lun. Giu 16th, 2025
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L’articolo che vogliamo condividere con Voi nella rubrica “Aeramya” di Hack the Matrix riguarda i Catari. Ci concentreremo nel raccontarvi le vicende accadute nel passato e consigliamo vivamente di informarvi a riguardo per farvi una vostra idea personale. Il Catarismo fu qualcosa che realmente segnò la storia.

CROCE OCCITANA

In Francia, seicento anni prima che avesse luogo la Rivoluzione Francese, una religione radicalmente opposta al Cattolicesimo e palesemente influenzata dalla sapienza dell’Antico Egitto aveva calcato il suolo transalpino nella parte meridionale.

Abitava la Provenza e la Linguadoca e aveva fatto subito breccia nel cuore di un gran numero di genti, tanto da far registrare una presenza massiccia anche nelle regioni pirenaiche francesi sud occidentali, con addirittura focolai in Spagna e in Italia settentrionale.

Il nome di questa religione era “Cristianesimo”, perché i suoi adepti si definivano “buoni cristiani”: tuttavia la Chiesa lì bollò come “eretici” fin dal primo momento in cui si accorse della loro esistenza. Altrove venivano definiti “manichei” ma ai più conosciuti come Catari (dal greco Katharos = puro) oppure Albigesi (da Albi, importante centro della Linguadoca).

I Catari veneravano Gesù Cristo proprio come i cattolici, ma lo consideravano non una realtà fisica ma piuttosto un’apparizione molto convincente, una “manifestazione” del Dio Buono; negavano quindi la sua incarnazione tra gli umani. Di qui, rifiutavano la figura del Cristo crocifisso redentore dei peccati.

Come poteva essere stato crocifisso, se innanzitutto, sostenevano, non era esistito sulla Terra come essere fisico?

Stravolgere i simboli, le dottrine e i dogmi più radicati del Cristianesimo era una pratica ricorrente tra i Catari e più volte fece infuriare la Chiesa Cattolica di Roma.

La fonte del problema era essenzialmente che la religione Catara aveva una concezione profondamente dualistica: credeva nell’esistenza parallela di un Dio del Bene e di un Dio del Male, in perfetta contrapposizione.

Ciascuno era presente nel proprio dominio e quasi ininfluente nel regno dell’altro. Il dominio del Dio del Bene era completamente spirituale, intangibile, trascendente e pieno di Luce. Da qui avevano origine le anime umane, creazione di questo regno. Il dominio del Dio del Male era la Terra stessa, il mondo materiale e la vita fisica, un luogo infernale pieno di crudeltà e castigo, di sofferenza e iniquità.

Nella visione dei Catari il Dio maligno forgiava e dava forma ai corpi fisici (ma non alle Anime) modellando a loro dire “fango e acqua” e proprio a questo Dio Re dell’oscurità era devoto il culto della Chiesa Romana, con a capo il Papa, suo rappresentante.

In Occitania e Linguadoca il potere era nelle mani di un’aristocrazia feudale dominata dalle tre grandi famiglie dei conti di Foix, di Trencavel, e di Tolosa. Valorosi militari, fungevano da sorta di “scudo militare” per i Catari, che vivevano in loco, abili tessitori, operai e artigiani.

Religiosamente i cosiddetti “Perfecti” erano coloro che facevano vita da asceta ed erano dediti alla castità e alla povertà: il loro compito era andare in giro ad evangelizzare. Dall’altra parte c’erano i “Credentes” ossia la popolazione locale che osservava le normali regole della società catara senza particolari restrizioni. Sul letto di morte i Credentes prendevano il “Consolamentum”, una sorta di remissione dei peccati.

Si può ben dire che il “Catarismo” fu una sorta di Rinascimento anticipato, erede di quel pensiero platonico derivante dagli insegnamenti esoterici e dei misteri della civiltà post-Egizia che abbracciava il Mediterraneo e il Vicino Oriente. Stando al pensiero cataro la loro “eresia” era la vera fede cristiana originale usurpata dalla Chiesa agli inizi del Cattolicesimo.

I Catari non credevano nella resurrezione del corpo, credevano all’anima come intelligenza immateriale che entrava nel corpo umano al momento del concepimento per poi portare addosso il “vestito” fin quando il corpo non cessava le sue funzioni.

Era necessario liberare per sempre l’Anima dal giogo della reincarnazione nella materia. Il prezzo da pagare era una vita o forse molte vite dedite all’ascetismo e lontano dai richiami terreni più impuri. Una dottrina del “Karma” insomma, dove la bontà e l’austerità favorivano il progresso dell’Anima verso la “Comprensione del Dio del Bene” mentre malvagità e negatività davano luogo a effetti Karmici sulle reincarnazioni successive: si poteva rinascere in un’idiota o in un animale ottuso.

La missione del Cristo era stata prettamente “olografica” secondo i Catari, che consideravano una specie di “Avatar” un’emissione, una radiazione, uno strumento del bene. Ma come poteva Cristo proiettare il suo potere spirituale per catturare le sue anime intrappolate nel regno del Dio del Male? Doveva innanzitutto predicare una “gnosis” che avrebbe tolto il velo per sempre agli occhi dell’Umanità e avrebbe forgiato iniziati di alto livello in grado di comprendere il significato della vita, della morte e il destino dell’Anima.

Per i catari Yahweh (aka il maligno) era una manifestazione del Dio del Male in quanto lo giudicavano sulla base delle azioni compiute come erano descritte nella Bibbia, quasi sempre arbitrarie, vendicative e colleriche. Quindi rifiutavano l’Antico Testamento come testo ufficiale considerandolo uno scritto “complice” e veneravano il Nuovo Testamento più numerosi altri testi ignoti e quindi non visti di buon occhio dalla Chiesa Ufficiale.

“Una stirpe mostruosa… Eliminate questa sozzura” (cit. Papa Innocenzo III)

Se in un primo momento si era aperto un dialogo pacifico con gli “esponenti di queste miscredenze”, l’uccisione del legato pontificio Pietro di Castelnau nel gennaio 1208 creò un pretesto che venne immediatamente sfruttato da Papa Innocenzo III, il quale decise di intervenire militarmente chiedendo aiuto al Re di Francia, il quale mandò in aiuto i suoi vassalli più fidati.

Un poderoso “esercito dell’inferno” usciva da Lione marciando l’anno successivo, composto da cavalieri, soldati e un gran numero di mercenari, conosciuti per la loro estrema crudeltà, uomini senza terra abituati a vagare per le campagne. Infine c’erano i civili non pagati e i santi vagabondi, individui non meno tagliagole che speravano di guadagnarsi una speciale indulgenza in paradiso uccidendo qualsiasi Cataro venisse loro incontro.

Insomma un’accozzaglia di disperati in larga parte. Fu la prima crociata interna al Cristianesimo che tuttavia degenerò presto in una guerra di conquista tra i vari baroni francesi. Si trattava anche di una guerra per usurpare territori.

Nel luglio del 1209 l’abate Arnald-Amalric, a capo della crociata, giunto alle porte di Bèziers, ordinò il massacro della popolazione locale con l’ordine preciso di propagare il terrore nell’Animo dei nemici Catari. Contro i primi risentimenti dei suoi uomini che erano restii ad uccidere così tanti uomini e donne, che nel frattempo si erano rifugiati accalcandosi nella Chiesa di Santa Maria Maddalena, la famosa frase che viene attribuita all’abate fu “Uccideteli tutti; Dio riconoscerà i suoi”.

A mezzogiorno, poche ore dopo l’inizio dell’assedio l’intera popolazione di 20.000 Anime di Beziers era stata uccisa, passata a fil di spada. Guiraut Riquier di Narbonne, uno degli ultimi trovatori occitani espresse le dimensioni della tragedia con dei versi:

Beziers è caduta. Sono morti.
Clerici, donne, bambini. Senza pietà
Uccisero anche i cristiani,
Uscii a cavallo. Non potevo sentire o vedere Anima viva…
Ne uccisero settemila
Settemila Anime che cercavano rifugio in Santa Maria Maddalena
I gradini dell’altare
Erano bagnati di sangue
La Chiesa riecheggiava di grida
Dopo massacrarono i Monaci che suonavano le campane
Usarono le croci di argento come ceppo per decapitarli

Le atrocità non si fermarono a Beziers. Continuarono senza fine ognuna con qualche folle caratteristica di violenza con l’esercito della Crociata ora capitanato da Simone de Monfort. La città di Carcassonne si arrese senza combattere: condizione della resa fu che questa volta gli abitanti non vennero massacrati. Furono però cacciati da Carcassonne, senza beni e senza casa, con tutte le proprietà confiscate ed erano destinati a non ritornarvi mai più.

Gli orrori continuavano però senza fine, da una città all’altra. Nel 1219 una nuova Crociata rinforzata dalle truppe del principe Luigi di Francia fece capolino davanti la città di Marmande, restia a cedere. Le truppe cattoliche, incitate dai loro vescovi, piombarono sui cittadini in fuga per le strette vie della città. La “Chanson”, un poema occitano, descrive così la straziante presa di Marmande:

“Corsero nella città [le armate dei Cattolici], agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume”.

L’ultimo episodio militare della Crociata Albigese segnò ancora un orrore perseguito nei confronti dei Catari. Con la conquista della roccaforte di Montségur l’ultimo bastione degli eretici, nella primavera del 1243, il Catarismo venne debellato. Tuttavia, in realtà, i Crociati misero al rogo più di duecento uomini, donne e bambini disarmati nel giugno del 1244. Oggi a Montségur è possibile vedere una lapide a commemorazione di quei morti.

La nascente Inquisizione spagnola doveva ormai prendersi carico di debellare gli ultimi focolai di eresia Catara rimasta. Istituita da Papa Gregorio IX, si basò agli inizi sulle strutture repressive già adottate dai Crociati contro i cittadini Catari.

Dal 1233 iniziarono a creare un regno del terrore nel quale nessuno poteva sentirsi non in pericolo, estorcendo confessioni con qualsiasi mezzo. Centinaia furono i roghi in Occitania: addirittura disseppellivano i cadaveri di perfecti Catari deceduti da tempo per bruciarne le ossa oppure gente anziana e malferma veniva messa al rogo direttamente con il proprio letto.

In ultimo citiamo le parole di Arthur Guirdham:

“Fu solo con la creazione del Sant’Uffizio [Inquisizione] che al mondo si presentò lo spettacolo di un’organizzazione pronta ad uccidere nei modi più spietati ed efferati, nonché affamare ed espropriare quanti avevano deviato, anche solo marginalmente, delle sue disposizioni teologiche. Nessun’altra grande religione ha prodotto un’organizzazione simile. Vi sono organizzazioni secolari che hanno agito con pari ferocia ed efficacia, ma a differenza dell’Inquisizione, non sono durate sette secoli”.

Con l’annientamento dei Catari, tutto fu perso. La possibilità di una rinascita dal valore Spirituale si era presentata, svanendo poi nel nulla. Un’antica religione gnostica di discendenza Egizia che offriva una visione alternativa al Cristianesimo imperante era misteriosamente apparsa sulla scena dopo secoli di oscurità, per fallire poi miseramente.

E’ possibile che il Catarismo sia sopravvissuto sotto altre forme e sotto altri nomi, a partire dai misteriosi Rosacroce, venuti alla ribalta tre secoli dopo?

Articolo di Aeran & Maya – Hackthematrix

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Di Deslok

Indagatore dell'insolito e dei fenomeni inspiegabili.

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