Dom. Ott 19th, 2025
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Dall’arrivo delle missioni spaziali sulla luna, molte voci sull’esistenza di antiche rovine di città girano per il mondo. Da credenti a scienziati e persino ex astronauti, negli ultimi anni sono trapelate al pubblico molte informazioni sulla luna, ma qual è la verità in tutto questo?

Il 19 luglio 1969 il modulo principale della missione Apollo XI entrò in orbita attorno alla Luna e due giorni dopo iniziarono ad essere finalizzati tutti i preparativi che avrebbero permesso al modulo Eagle di atterrare sulla superficie del nostro satellite.

La routine dei preparativi tecnici è stata interrotta da una telefonata della Missione Centrale di Houston (Texas) che ha avvertito gli astronauti di qualcosa di insolito che avrebbero dovuto cercare di verificare:

A quanto pare diversi astrofili avevano telefonato alla NASA per riferire di aver visto un fenomeno LTP in prossimità del cratere Aristarco, molto vicino all’orbita della navicella statunitense.

Dopo aver ricevuto l’ordine, Neil Armstrong, senza pensarci un attimo, si è avvicinato a una delle finestre del modulo e ha osservato, in prossimità di quello che riteneva essere il cratere Aristarco in questione, “un’area notevolmente più luminosa delle aree circostanti.

Sembra che abbia una certa fluorescenza.” Sorprendentemente, dopo la fine della missione, Houston non ha mai commentato la natura di questo e altri avvistamenti di strane luci durante questo volo spaziale, anche se successive misurazioni del cratere Aristarco hanno rivelato che c’erano livelli di radioattività nell’area, di difficile spiegazione.

Da allora ad oggi sono passati tanti anni. In quegli epici giorni dell’arrivo dell’uomo sulla Luna, molti astronomi credevano ingenuamente che gli astronauti delle missioni Apollo avrebbero chiarito le incognite nate alla luce delle loro osservazioni notturne.

Ma queste speranze si sono dimostrate infondate. In breve, hanno trovato un satellite geologicamente “morto”.

D’altra parte, quasi 1/3 di tonnellata delle pietre lunari che hanno portato con sé sulla Terra, così come le loro riprese e misurazioni a terra, dopo essere state analizzate a fondo nei laboratori della NASA, non solo le impressioni degli astronauti sulla sterilità di quel mondo non furono ratificate, ma contribuirono a inserire nuovi e ancor più scomodi enigmi.

Ad esempio, le missioni Apollo hanno rivelato l’esistenza di un campo magnetico irregolare intorno alla Luna, riscontrabile anche nei materiali “esportati” dal satellite.

Non è chiaro come tali indici di magnetismo possano originarsi in questo piccolo corpo astronomico, incapace di contenere un nucleo di metallo caldo o fuso.

Ma anche – hanno sottolineato gli stessi ingegneri della Nasa – che la Luna non ruota abbastanza velocemente da creare un effetto dinamo sui minerali lunari.

Nel giugno 1985, il ricercatore americano Willian Corliss ha compilato queste e altre “irregolarità” non risolte dalla NASA nel corso del suo progetto LUNAR, ORBITER e APOLO, enunciando nella sua opera “The moon and the planet: A catalog on astronomical anomalies” più di 60 diverse categorie di strani fenomeni legati alla Luna.

Tra le più spettacolari ci sono quelle che fanno riferimento alla sua orbita irregolare e che si è cercato di spiegare grazie a perturbazioni gravitazionali di origine non identificata.

La più grave di queste perturbazioni è l’eccezionale distanza dalla Terra in cui si trova il nostro satellite, che evidenzia la fragilità del sistema gravitazionale Terra-Luna, convalidando al contempo la teoria che quest’ultima sia stata catturata dal nostro pianeta diverse migliaia di anni fa e che quindi corre il serio rischio di fuggire di nuovo in qualsiasi momento…

O quel che è peggio, potrebbe finire per colpirci un giorno – specifica Corliss nel suo lavoro” in futuro, potremmo perdere la Luna e potrebbe finire per diventare un pianeta a sé stante.

Va da sé che, negli ultimi anni, questo tipo di speculazione ha spianato notevolmente la strada a scrittori le cui argomentazioni sono a metà strada tra la scienza e la fantascienza più delirante.

Uno di loro, senza dubbio uno dei più notevoli, è l’americano Don Wilson, che, appena 3 anni dopo aver annullato il progetto Apollo, pubblicò nel 1975 il suo libro “La luna, una misteriosa astronave”, in cui, oltre ad accusare il La NASA di nascondere le informazioni ottenute durante le sue missioni sulla Luna, concluse che il nostro satellite fosse in realtà una specie di gigantesca astronave, sferica nel cui nucleo si trovava una colossale base extraterrestre.

Non ci volle molto perché autori come George H. Leonard restassero indietro, il quale, nel suo libro “Some one else in on our Moon” (1976) mostrò con convinzione alcune fotografie della NASA della nostra visita sulla Luna dove – a suo avviso – campioni di tecnologia aliena erano chiaramente visibili.

Le loro argomentazioni si basavano su immagini che sembrano mostrare tracce di ruote sulla polvere lunare, presunti escavatori giganteschi o ingressi a basi sotterranee.

Riferimenti ufospain.com

 

 

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Di Deslok

Indagatore dell'insolito e dei fenomeni inspiegabili.

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