Navigando nel vasto silenzio dello spazio, un corpo interstellare cattura l’attenzione della comunità scientifica e degli appassionati di misteri. L’oggetto noto come 3I/ATLAS — proveniente da territori al di fuori del nostro Sistema Solare — sembra aver tracciato una rotta che non può essere semplicemente spiegata dal caso. I dati orbitali più recenti indicano una precisione quasi chirurgica: una manovra calcolata per passare nei pressi della sfera di influenza gravitazionale del gigante gassoso Giove nel corso dell’anno 2026.
Durante il suo avvicinamento al Sole, 3I/ATLAS mostrò un’accelerazione non-gravitaria di entità e direzione tali da sollevare dubbi. In un contesto puramente naturale, un oggetto di ghiaccio in sublimazione libera vapori e modifica lievemente la propria rotta. Ma in questo caso l’ampiezza dell’impulso e la sua sincronizzazione sembrano suggerire un aggiustamento fine del corso: senza quella “spinta”, quel corpo non avrebbe sfiorato il bordo della cosiddetta “sfera di Hill” di Giove, quel volume dove la gravità del pianeta supera l’influenza del Sole.

Il risultato? Una distanza minima stimata di circa 53,445 milioni di chilometri dal centro del pianeta gigante – praticamente alla soglia teorica della sfera d’influenza. Le probabilità che un passaggio casuale si avvicini così tanto a quella frontiera gravitazionale senza un qualche tipo di assistenza risultano dell’ordine di una su decine di migliaia. Se davvero si trattasse di un’operazione intenzionale, l’ipotesi che 3I/ATLAS sia una sonda tecnologica assumerà una nuova dimensione.
Perché Giove e non la Terra? Il gigante gassoso ha un ruolo centrale nel nostro sistema planetario: aggregatore di detriti, guardiano delle orbite esterne e trampolino gravitazionale per sonde interplanetarie. Qualora il corpo interstellare intendesse sfruttare un “incontro” con un pianeta massiccio per liberare potenzialmente satelliti o strumenti nascosti, Giove appare un bersaglio logico. La Terra, pur importante per noi, è troppo piccola e troppo “rumorosa” a livello gravitazionale per fungere da punto-intercettazione ideale.
Mentre 3I/ATLAS prosegue il suo viaggio verso lo spazio profondo da cui è giunto, restiamo fermi osservatori di un possibile bivio cosmico: casualità o progettazione? In entrambi i casi, questa visita fugace ci costringe a rivedere la nostra posizione nell’Universo — non più come osservatori passivi, ma come partecipanti in un teatro spaziale dove la coincidenza può essere un cavallo di Troia per qualcosa di più vasto.

