Sab. Mag 18th, 2024
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Se durante una serata limpida riesci a individuare nell’alto cielo le costellazioni dell’Ofiuco e dell’Ercole, sappi che proprio in quel punto si trova attualmente la celebre sonda Voyager 1. Lanciata nello spazio nel lontano 1977, quasi contemporaneamente al suo gemello Voyager 2, entrambe le sonde hanno superato i limiti convenzionali del sistema solare diversi anni fa. La sonda “Voyager 1” si è già spinta a una distanza di 24 miliardi di chilometri dalla Terra, mentre, a titolo di confronto, Plutone si trova a circa sei miliardi di chilometri da noi. È davvero sorprendente notare che, mentre i nostri smartphone riescono a elaborare ben dieci miliardi di segnali al secondo, la tecnologia a bordo dei Voyager, datata di mezzo secolo fa, elabori soltanto ottomila segnali. Nonostante ciò, queste sonde continuano a inviare preziosi dati sull’ignoto spazio interstellare grazie ai loro strumenti scientifici ancora funzionanti.

Su Voyager 1, solo quattro degli originali dieci strumenti di ricerca rimangono operativi, mentre su Voyager 2 ne sono attivi cinque. Tuttavia, questa disattivazione non è dovuta a guasti, ma piuttosto alla necessità di risparmiare energia, dato che tali strumenti hanno priorità inferiori. L’energia necessaria ai dispositivi è generata da radioisotopi che utilizzano plutonio-238, il quale naturalmente si degrada nel corso degli anni.

Sfortunatamente, la NASA prevede con tristezza la prossima interruzione del contatto con le sonde Voyager, molto probabilmente entro il 2025 o il 2026. Tuttavia, l’agenzia sta cercando in tutti i modi di posticipare questo inevitabile momento. “Voyager 2” è già passato a un generatore di backup nella speranza di prolungare la sua missione. Voyager 1, pur operando con un dispositivo in meno, riesce ancora ad ottenere sufficiente energia dalla sua fonte principale. Tuttavia, di recente, ha sorpreso la comunità scientifica con alcuni messaggi inaspettati.

Ad esempio, nel 2022, la sonda ha improvvisamente perso orientamento, e la NASA ha impiegato molti mesi nello studio di documenti risalenti a mezzo secolo fa per comprendere l’accaduto. Si ritiene che un’anomalia nel computer di bordo sia stata causata dalla radiazione cosmica. Anche se la situazione è stata riportata alla normalità, un nuovo problema incomprese è emerso di recente.

Il fatto è che la Terra riceve dati dai Voyager sotto forma di “pacchetti” contenenti informazioni sia dagli strumenti scientifici che dal sistema di controllo del volo. Tuttavia, nell’ultimo “pacchetto” trasmesso da Voyager 1, non vi era alcuna informazione dagli strumenti scientifici, soltanto una serie di cifre senza senso.

La NASA riferisce che, in linea di principio, la ragione di questo malfunzionamento potrebbe essere chiara: sembra esserci un problema specifico nel computer di bordo, responsabile dell’assemblaggio dei dati da trasmettere al sistema di telemetria per l’invio verso la Terra.

Gli ingegneri dell’agenzia stanno lavorando per trovare soluzioni a questa situazione attuale, ma la complessità deriva dal dover affrontare problematiche su apparecchiature datate, con pochi specialisti che conoscono appieno i dettagli della progettazione e del funzionamento dei Voyager.

Dopotutto, l’elettronica ha compiuto passi da gigante, e gli attuali ingegneri operano con conoscenze completamente diverse rispetto a quelle dell’epoca in cui queste sonde furono progettate. È stato persino tentato il classico “spegni e riaccendi” del computer di bordo, simile a quanto facciamo con i nostri computer domestici in caso di problemi. Questa situazione ha lasciato confusi anche i teorici del complotto: è un componente guasto, il vecchio computer sta manifestando problemi o c’è qualcos’altro? Nessuno sembra saperlo.

Quando Voyager 1 fu lanciato, si pensava che dopo dieci anni sarebbe stato raggiunto, e dopo cento anni o più avrebbe potuto arrivare alla stella più vicina, dove si ipotizzava che possibili esseri extraterrestri lo intercettassero. Per questo motivo, fu inviato un messaggio su un disco dorato, anche se le probabilità che una civiltà aliena trovi mai questo messaggio “volante in una bottiglia” sono minime. Non si può escludere che il malfunzionamento anomalo della sonda sia dovuto all’intervento di una civiltà extraterrestre, che potrebbe aver riprogrammato il computer di bordo per inviare segnali volti a stabilire un contatto con noi.

Forse gli strumenti di comunicazione degli alieni si basano su principi fisici completamente differenti, e quindi non riescono a comunicare con noi nel modo convenzionale. È possibile che attraverso questi segnali intendano semplicemente avvertirci del loro arrivo, nella speranza che, essendo una specie intelligente, possiamo decifrare facilmente il loro messaggio.

C’è anche chi ipotizza che Voyager 1 sia intrappolato in una sorta di “doma” di una Terra piatta, magari leggermente più grande di quanto credano i sostenitori della teoria della Terra piatta, e che si trovi da qualche parte nella regione della fascia di Kuiper. Per molti, una struttura del genere potrebbe sembrare enorme, ma in realtà, in termini cosmici, è insignificante: l’immagine ci mostra le dimensioni comparative del sistema solare e del buco nero caratteristico al centro delle galassie. Anche se questo buco è considerato uno dei più grandi, ne esistono di più imponenti. Di conseguenza, chiunque abiti in quelle zone potrebbe creare “giochi” per i propri figli sotto forma di sistemi stellari compatti.

Infine, c’è anche una teoria alternativa che suggerisce che siano iniziate delle attività nello spazio. Proprio la scorsa settimana, il telescopio spaziale Hubble ha avuto un guasto, e poco dopo, per coincidenza, anche Voyager 1 ha mostrato dei problemi. Ma la ricorrenza di questi malfunzionamenti è ancora piuttosto strana.

Naturalmente, tutte queste ipotesi sono alquanto improbabili e sembrano uscite da uno scenario di fantascienza, ma non possiamo escludere del tutto la possibilità di eventi insoliti. Perciò, non preoccupatevi se domani dovesse accadere che enormi meduse interplanetarie di colore verdastro fluttuassero ad alta quota sopra le nostre città.

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Di Deslok

Indagatore dell'insolito e dei fenomeni inspiegabili.

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