Tra le più enigmatiche razze aliene mai descritte, i Bianchi Alti (Tall Whites) occupano un posto di rilievo nella moderna ufologia. Spesso confusi con i Pleiadiani per il loro aspetto etereo e la carnagione chiara, si dice che siano in realtà una civiltà molto diversa, sia per origine che per intenzioni.
Uno dei principali testimoni di questa storia è Charles Hall, ex meteorologo e veterano dell’aeronautica statunitense, che sostiene di aver avuto contatti diretti con questi esseri durante il suo servizio negli anni ’60 presso la base di Nellis, nel deserto del Nevada. Secondo le sue testimonianze, l’esercito americano avrebbe collaborato con i Bianchi Alti sin dagli anni ’50, in un accordo tecnologico tanto segreto quanto rivoluzionario.
Gli “ospiti” del deserto americano
Hall racconta che i Bianchi Alti utilizzavano alcune basi militari terrestri come punti di appoggio temporaneo per le loro missioni interstellari. Le loro navi, di varie dimensioni, andavano da piccole unità esplorative a grandi astronavi capaci di superare la velocità della luce. La più imponente, descritta come un vascello nero lungo oltre cento metri, sarebbe rimasta un mistero tecnologico anche per i militari.
Il contatto con queste entità, afferma Hall, era estremamente delicato. Gli ufficiali statunitensi cercavano di mantenere relazioni pacifiche, offrendo ai visitatori ogni tipo di supporto logistico e alimentare in cambio di conoscenze scientifiche avanzate. Tuttavia, Hall sottolinea che i Bianchi Alti non avevano intenzioni ostili, ma consideravano la Terra solo una tappa strategica per i loro viaggi nello spazio profondo.
Tracce di antichi “dei bianchi” nella storia umana
Ciò che rende affascinante la vicenda è che descrizioni simili compaiono anche in antiche tradizioni di tutto il mondo.
In Sud America, i popoli preincaici parlavano dei Viracocha, “maestri bianchi del cielo”, portatori di saggezza, conoscenza astronomica e spirituale.
Nella mitologia persiana, il dio Ahura Mazda veniva chiamato “spirito della luce e della saggezza” e si diceva discendesse dal cielo su carri luminosi.
Gli Hopi d’America attendevano ancora il ritorno dei Pahana, i “fratelli bianchi delle stelle”, che avevano promesso di tornare quando l’umanità fosse pronta a un nuovo equilibrio spirituale.
E persino nei testi sanscriti dell’India antica, gli dèi del vento, come Vayu e Vishnu, erano descritti su veicoli volanti detti Vimana, connessi a cavalli o esseri bianchi provenienti dai cieli.
Tutte queste testimonianze sembrano evocare un’antica presenza “aliena”, bianca e benevola, collegata a insegnamenti spirituali e conoscenze cosmiche.
L’incontro segreto di Eisenhower
Una delle teorie più discusse lega i Bianchi Alti anche a un presunto incontro avvenuto nel 1954 tra il presidente Dwight Eisenhower e un gruppo di esseri extraterrestri. L’incontro, che sarebbe avvenuto alla base aerea di Edwards, avrebbe avuto come oggetto la richiesta di interrompere il programma nucleare statunitense in cambio di tecnologia avanzata.
Secondo alcune fonti, l’accordo non sarebbe mai stato concluso, portando invece alla successiva alleanza con un’altra razza, quella dei cosiddetti Grigi, più interessata agli esperimenti sugli esseri umani. I Bianchi Alti, invece, avrebbero mantenuto un atteggiamento neutrale, continuando a osservare da lontano il destino dell’umanità.
Aspetto e caratteristiche dei Bianchi Alti
Charles Hall li descrive come esseri umanoidi alti oltre due metri e mezzo, con pelle bianchissima, quasi traslucida, occhi chiari e capelli candidi. Indossano spesso tute aderenti di colore metallico e possiedono una forza fisica superiore alla nostra. Secondo Hall, vivono fino a 800 anni, attraversando una seconda fase di crescita intorno ai 400 anni terrestri.
Il loro modo di comunicare è prevalentemente telepatico, e le loro capacità mentali sembrano superare quelle umane di molte volte. Nonostante ciò, Hall sottolinea che la loro moralità e sensibilità non sono poi così distanti dalle nostre. Egli afferma anche che il loro sangue ha cellule biconvesse, e non concave come le nostre, e che il loro ritmo di sonno segue cicli di due giorni svegli e due di riposo, coerenti con i lunghi giorni del loro pianeta natale.
Da dove vengono i Bianchi Alti?
L’origine precisa di questi esseri resta un enigma. Hall ipotizzava che la loro casa orbitasse intorno a una stella distante circa 105 anni luce dalla Terra, forse legata al sistema di Arturo, nella costellazione del Boote. Curiosamente, Arturo è una delle stelle più antiche e luminose del nostro cielo, e in molte culture antiche è associata a “messaggeri divini”.
Testimonianze e avvistamenti nel tempo
Oltre ai racconti di Hall, esistono numerose segnalazioni di incontri con entità simili in tutto il mondo. Uno dei casi più noti risale al 1954 nelle West Midlands, in Inghilterra, dove una donna di nome Jessie Rosenberg affermò di aver visto un disco volante sopra casa sua, con due figure bionde e luminose che la osservavano da una finestra. L’episodio, ampiamente indagato, è ancora oggi citato come una delle più credibili testimonianze europee di contatti con esseri “bianchi”.
Osservatori silenziosi dell’umanità?
Che i Bianchi Alti siano antichi maestri spirituali, viaggiatori cosmici o semplicemente una leggenda moderna, resta aperto al dibattito. Tuttavia, le connessioni tra mitologia antica, ufologia contemporanea e testimonianze militari sembrano disegnare un quadro coerente: un filo invisibile che collega il nostro passato remoto al futuro delle stelle.
Forse, più che visitatori alieni, i Bianchi Alti sono guardiani silenziosi, osservatori discreti dell’evoluzione umana, pronti a mostrarsi solo quando saremo finalmente in grado di comprenderli.

