Un enigma legato al buco nero supermassiccio nel cuore della Via Lattea sembra finalmente prendere forma: un incessante scambio di raggi gamma ad alta energia diretto verso la Terra sembra essere stato identificato dai ricercatori.

Secondo una nuova ricerca resa pubblica sul server di pre-stampa arXiv, due astrofisici dell’Università Nazionale Autonoma del Messico hanno ipotizzato che questi lampi di radiazioni provengano da una massa di gas che ruota intorno al buco nero, viaggiando a quasi un terzo della velocità della luce.
Tale scoperta potrebbe finalmente gettare luce sul mistero che ha confuso gli astronomi per due anni riguardo al buco nero centrale della nostra galassia, noto come Sagittarius A* (Sgr A*), posizionato a una distanza di circa 26.700 anni luce dalla Terra.
Le emissioni di raggi gamma attorno a Sgr A* furono inizialmente rilevate nel 2021, ma gli scienziati erano certi che non potessero provenire direttamente dall’interno del buco nero supermassiccio stesso.
Questo perché i buchi neri sono confinati da una regione chiamata ‘orizzonte degli eventi’, oltre la quale nulla, neanche la luce, può fuggire dalla gravità straordinaria del buco nero. Pertanto, i buchi neri non emettono radiazioni, portando gli esperti a dedurre che i raggi gamma devono derivare dall’ambiente circostante Sgr A*.
Mentre altri buchi neri supermassicci producono radiazioni potenti dalle loro immediate vicinanze, generando turbolenze nel gas e nella polvere circostanti per formare un disco di accrescimento, il buco nero della Via Lattea sembra essere circondato da pochissima materia e si alimenta ad una velocità talmente lenta che l’astronomo Chris Impey dell’Università dell’Arizona paragona il suo nutrimento a un essere umano che consuma un solo grano di riso ogni milione di anni.
Gli scienziati hanno esaminato i dati del telescopio spaziale dei raggi gamma Fermi raccolti tra giugno e dicembre 2022 e hanno individuato una periodicità nelle emissioni di raggi gamma, notando che gli impulsi sorgono intorno a Sgr A* ogni 76,32 minuti.
Questo ciclo di emissione sembra essere in relazione con i pulsaggi di radiazioni dei raggi X rilevati vicino al buco nero supermassiccio della Via Lattea, suggerendo una connessione tra le due emissioni.

Il team di ricerca, nel proprio documento, ha ipotizzato che sia i raggi gamma che i raggi X provengano da una massa di gas rotante attorno a Sgr A* a circa il 30% della velocità della luce, emettendo luce attraverso diversi spettri di radiazione mentre orbita intorno al buco nero, brillando periodicamente man mano che il suo percorso avanza.
Questo importante risultato potrebbe fornire una visione più chiara agli scienziati riguardo agli ambienti circostanti i buchi neri supermassicci, soprattutto quelli meno ‘voraci’, come quello al centro della nostra stessa Via Lattea.
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