“Diversi anni sono passati dall’abbandono della mia vita terrena. Malgrado il legame costante mantenuto con la vita su questo pianeta e con coloro a me cari, il desiderio di un ritorno non mi attanaglia. L’unica aspirazione che alimenta il mio essere è trasmettere agli uomini la sapienza acquisita in questo regno, nel mondo autentico.”
Questo messaggio giunse alla figlia tramite la scrittura automatica del noto pubblicista e figura pubblica inglese, William Stead, che perse la vita nel naufragio del Titanic nel lontano 1912.
Stead sviluppò un interesse per la vita dopo la morte ben prima di questo tragico evento, raccogliendo e diffondendo prove sulla continuità dell’identità umana. Egli, in una delle sue narrazioni, predisse la propria fine, scrivendo un ulteriore libro dopo il fatidico evento.
“La morte è un varco da una stanza all’altra”, definì Stead la transizione dalla vita alla morte. Egli argomentava che l’ambiente che pervade queste stanze è simile in molti aspetti, ognuna governata da una mano invisibile.
Già durante la sua vita, Stead sosteneva che l’aldilà non fosse frutto di fantasia, ma una realtà dimostrabile attraverso un’analisi attenta.
Nel suo testo, “Storie vere di fantasmi”, raccoglieva testimonianze a supporto dell’esistenza di un’entità umana disincarnata. Ad esempio, pubblicò una lettera di un marinaio che raccontava un avvenimento capitato a un suo compagno. Quest’ultimo appariva afflitto e preoccupato a causa di un sogno in cui vedeva il figlioletto perire di croup. L’amico del marinaio riuscì a descrivere alcuni dettagli del sogno, come il fatto che il figlio fosse avvolto in una coperta rossa.
“In seguito, l’uomo ricevette la conferma del sogno: sua moglie, in Francia all’epoca, scrisse in una lettera della morte del loro figlio, vittima di croup. In seguito, il marinaio apprese dettagli precisi: alla fine della sua vita, il figlio giaceva su una coperta rossa,” annotò Stead.
Una lettera giunse anche al pubblicista dal monaco francese Hubert Blanc. Ogni giorno, Blanc visitava un confratello malato terminale. Quest’ultimo, riconoscente, disse all’amico:
“Abbi fiducia che non lascerò questa vita senza salutarti. Anche se non sarai qui nel momento cruciale, verrò a dirti addio.”
Una sera, Blanc, pronto per andare a dormire, udì passi nel corridoio. Dopo aver perlustrato la casa senza trovare anima viva, udì un bussare alla porta: era per informarlo della morte imminente del monaco. Blanc riuscì a raggiungerlo proprio prima del suo ultimo respiro.
“Nel libro citato, William Stead affermò che l’uomo può presagire la propria dipartita imminente o la perdita di persone care. La sua stessa vita ne fu testimonianza. Stead amava ripetere che non sarebbe morto di morte naturale,” aggiunse Stead.
La storia di William Stead, “Attraverso gli occhi di un sopravvissuto, Sulla nave che affondò nell’Atlantico”, si rivelò profetica. Fu pubblicata ben venticinque anni prima del disastro del Titanic.
Il protagonista, il marinaio Thompson, navigava a bordo di una nave postale attraverso l’Atlantico. Durante il viaggio, ebbe l’intuizione che il numero di scialuppe di salvataggio non corrispondesse al numero dei passeggeri a bordo, prevedendo che in caso di naufragio, molti non sarebbero riusciti a salvarsi.
Anche in questa storia si verificò un naufragio quando due navi si scontrarono e i passeggeri di una di esse persero la vita. Tale sorte toccò anche a William Stead: durante il naufragio del Titanic, aiutò donne e bambini a fuggire, mentre lui rimase sul ponte ad attendere il fato inesorabile.
Qualche settimana dopo il disastro, Ethel, figlia di William Stead, riuscì a comunicare con il padre defunto. Per farlo, ricevette aiuto da Pardo Woodman, dotato del dono della psicografia. Tutti i messaggi di William Stead ottenuti in questo modo furono pubblicati nel libro “L’Isola Blu”.
“Nelle nostre conversazioni, i messaggi di mio padre mostravano chiare prove della sua persistente esistenza”, scrisse Ethel nell’introduzione del libro.
Questi messaggi contenevano descrizioni degli eventi che coinvolsero William Stead immediatamente dopo la sua morte.
Secondo Stead, inizialmente osservò insieme ad altre anime l’affondamento del Titanic e successivamente intraprese un viaggio. Presto si trovarono in un luogo che Stead definì “Isola Blu”.
Qui fu accolto da suo padre, deceduto prima di questi eventi. Stead notò che suo padre sembrava molto più giovane al momento del loro incontro rispetto alla fine della sua vita terrena. Non sembravano più padre e figlio, ma due fratelli.
Nei suoi messaggi, Stead affermò che la Terra non rappresenta un mondo eterno, ma solo una scuola. Vivendo qui, ci si prepara solo a nuove forme di esistenza.
“Le condizioni future dipendono dalla vita attuale. Se si agisce con saggezza, il vero mondo offre prospettive grandiose e luminose; altrimenti, si esperiranno difficoltà e sofferenze. La vita terrena non è data per accumulare ricchezze o godere dei piaceri, ma per scoprire, plasmare e migliorare il proprio carattere,” concluse Stead.
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