Il mondo dell’archeologia è tornato a vibrare dopo le dichiarazioni rilasciate da Zahi Hawass, uno dei più celebri egittologi viventi ed ex Ministro delle Antichità egiziano. Durante la Sharjah International Book Fair, Hawass ha confermato che nel 2026 verrà resa pubblica una scoperta all’interno della Grande Piramide di Giza, una rivelazione che, a suo dire, “riscriverà un capitolo della storia dell’antico Egitto”.
La notizia non è un semplice rumor: è stata diffusa da varie testate internazionali ed è stata confermata dalle sue stesse parole. Hawass ha parlato con un’insolita sicurezza, affermando che quanto trovato all’interno della piramide rappresenta un tassello fondamentale per comprendere meglio il passato. Pur mantenendo un alone di mistero, ha lasciato intendere che questa scoperta non riguarda un dettaglio marginale, ma un elemento capace di cambiare la percezione stessa della struttura costruita dal faraone Khufu.
Negli ultimi anni, grazie al progetto ScanPyramids, la Grande Piramide è stata osservata con tecnologie all’avanguardia che hanno permesso di intercettare anomalie interne, cavità e aree mai esplorate prima. Proprio attraverso queste scansioni è stato individuato un corridoio nascosto, lungo circa trenta metri, collocato sopra l’ingresso principale e apparentemente chiuso da una lastra o “porta” sigillata. Hawass non ha rivelato se la scoperta annunciata sia direttamente collegata a questo passaggio, ma la coincidenza fra i risultati delle analisi e le sue dichiarazioni lascia aperta la possibilità che la rivelazione del 2026 abbia a che fare con questa struttura interna ancora inviolata.
Nonostante l’entusiasmo generale, molte domande restano senza risposta. Hawass non ha spiegato cosa si trovi oltre quella porta, né se sia già stata aperta. Non è stata pubblicata alcuna documentazione accademica che descriva con precisione la natura del ritrovamento, e le sue frasi enigmatiche – come “il mondo non è ancora pronto” – lasciano intendere che il contenuto della scoperta sia stato volutamente tenuto riservato. Questo ha alimentato speculazioni e curiosità, ma allo stesso tempo richiede prudenza: fino alla presentazione ufficiale, ogni ipotesi resta solo ipotesi.
Quel che sappiamo con certezza è che il 2026 si preannuncia come un anno decisivo per gli studi sull’Antico Egitto. La Grande Piramide, nonostante i suoi 4500 anni di storia, continua a sorprendere con segreti che emergono lentamente grazie alla tecnologia moderna. E se davvero il corridoio individuato dalle scansioni è collegato alla scoperta di Hawass, potremmo trovarci di fronte a un elemento capace di gettare nuova luce sulla funzione della piramide, sulle tecniche costruttive o sul simbolismo che l’ha generata.
La sensazione, ascoltando le dichiarazioni dell’archeologo, è che non si tratti di un semplice reperto o di una camera minore, ma di qualcosa di più profondo, forse legato al cuore stesso del monumento. La prudenza scientifica invita ad attendere conferme ufficiali, ma l’attesa cresce di giorno in giorno, e non solo tra gli esperti: appassionati di storia, ricercatori indipendenti e amanti dei misteri guardano al 2026 come a un anno di svolta.
Fino ad allora, la Grande Piramide continuerà a custodire i suoi segreti, immobile e silenziosa sotto il sole del deserto. Ma ormai il conto alla rovescia è iniziato, e il mondo intero attende di scoprire quale verità antica emergerà dalle sue pietre millenarie.

