Gli “Affamati di Saqqara” Qualcosa di grottesco o meraviglioso? Inutile o senza valore? Un pezzo vecchio o falso? Per più di un decennio si è cercato di stabilire le origini di questa misteriosa scultura.
L’archeologia è una delle missioni difficili al mondo. Con solo un piccolo osso, un papiro perduto o uno strumento sepolto a pochi metri sotto terra, i ricercatori devono leggere il passato della civiltà umana.
Combinano tutti gli oggetti trovati, come un puzzle, e la storia inizia ad avere un senso.
Tuttavia, a volte scoprono pezzi che non rientrano in nessuna parte della descrizione convenzionale. In quei momenti, il loro lavoro diventa ancora più difficile, perché devono “sbloccare” il posto e il ruolo di quegli oggetti.
Con un’altezza di 67 cm, queste figure calcaree sono molto inquietanti, con teschi allungati, bocche molli e arti piuttosto affusolati. Accovacciati nudi uno di fronte all’altro, uno appoggia la mano sul braccio dell’altro.
Iscrizioni, scritte in una lingua non ancora decifrata, sono state scolpite nella base.
Ma poco si sa delle sue origini, se non che fu portato in Canada per essere inserito in una mostra di oggetti egizi alla Galleria Ars Classica di Montreal dalla famiglia Diniacopoulos, collezionisti di antichità in un’epoca in cui il commercio di tesori antichi era casuale e poco controllato.
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